• La Dolce Attesa

    Date: 2013.05.13 | Category: Diagnostica | Tags:

    Durante la Gravidanza Il corpo della Donna subisce diverse Trasformazioni.
      “Una di queste risulta il peso corporeo” 

    L’aumento di peso L’aumento del peso corporeo è un fenomeno praticamente obbligatorio in gravidanza, determinato non solo dal peso del feto, della placenta, del liquido amniotico e dell’utero (che in totale arrivano a circa 6 kg), ma anche dalla ritenzione di liquidi e dalla deposizione di grassi nei tessuti, per la particolare situazione ormonale della gestazione.

    Cosa determina l’aumento
    del peso materno a termine di gravidanza

    Feto

    3.400 grammi

    Utero

    1.000 grammi

    Placenta

    600 grammi

    Mammelle

    400 grammi

    Liquido amniotico

    800 grammi

    Sangue materno

    1.300 grammi

    Liquidi + grassi

    4.500 grammi

    Totale

    12.000 grammi

    Proprio per questo motivo l’incremento comincia a verificarsi già dalle prime fasi della gestazione, quando il feto pesa solo pochi grammi. Non sempre l’aumento è graduale, ma può essere più accentuato in certi periodi rispetto ad altri. Ad esempio, nelle donne che hanno nausea e vomito durante i primi tre mesi, il peso non aumenta o addirittura diminuisce; ma quando la nausea cessa vi può essere una crescita anche di 3÷4 chili in un solo mese. A termine di gravidanza è consigliabile non superare i 12 chili, perché si è visto che un incremento eccessivo favorisce la comparsa di disturbi e complicazioni, quali gestosi, diabete e parto pretermine. Perciò, se ci si accorge che si sta ingrassando troppo, è opportuno osservare una dieta bilanciata, eliminando i dolci, riducendo i farinacei e i grassi.

    L’addome e i genitali esterni
    Nel corso della gravidanza l’utero aumenta di circa 700÷1000 volte il suo volume. Normalmente esso è lungo, dal fondo al collo, circa 7 cm; al IIIº mese diventa 9 cm, al Vº 20, al VIIº 28 e al IXº 33 cm. Al IVº mese anche la mamma riesce a sentirlo al di sopra del pube, mentre al Vº il fondo dell’utero raggiunge l’ombelico (e tutti lo vedono!) e alla fine della gravidanza arriva fino alle coste. E’ proprio lo sviluppo dell’utero che determina la classica silhoutte delle donne in “dolce attesa”. Il maggiore afflusso di sangue a livello pelvico determina una colorazione bluastra delle mucose genitali, un aumento della secrezione vaginale e una dilatazione delle vene emorroidarie.

    Le mammelle
    Anche le mammelle aumentano molto di volume, già dal Iº mese di gravidanza e, per effetto della gran quantità di estrogeni circolante nel sangue, si ha anche una dilatazione delle vene sottocutanee. Di solito il seno è anche molto sensibile e dolente, soprattutto all’inizio. I capezzoli e l’areola mammaria diventano più grossi e più scuri e compaiono piccoli rilievi (tubercoli di Montgomery), causati dall’aumento di volume delle ghiandole sebacee. In molti casi, già dal 2÷3º mese, può comparire una secrezione di un liquido giallognolo, il colostro, che persiste fino a dopo il parto, quando arriva la vera e propria montata lattea.

    La cute
    In molte donne, soprattutto quelle con capelli neri, dal 4º mese compaiono zone di pigmentazione scura della cute (cloasma gravidico), soprattutto sulla fronte, gli zigomi e il naso. Inoltre sull’addome, al posto della linea alba compare una linea scura che va dal pube all’ombelico (linea nigra); questa si attenua fino a scomparire nel giro di qualche mese dopo il parto. In gravidanza vi è, inoltre, una crescita maggiore delle unghie e dei capelli. Questi ultimi, essendo in numero eccessivo, vengono perduti soprattutto durante il puerperio, fatto che determina un’apprensione superflua nella donna.

    Il cuore, durante la gravidanza, va incontro ad un aumento costante del suo lavoro sia per l’incremento del volume del sangue circolante, sia per l’innalzamento della frequenza cardiaca. Per questi motivi è facile avvertire palpitazioni e affaticamento. Inoltre compaiono alcune alterazioni dell’elettrocardiogramma, legate allo spostamento verso l’alto dell’organo, che sono del tutto normali.

    La pressione arteriosa subisce in genere un modica riduzione della massima e un più marcato calo della minima; un lieve incremento può essere invece normale nelle ultime settimane. In posizione sdraiata i valori scendono ulteriormente e possono abbassarsi drasticamente in posizione supina, per compressione da parte dell’utero sulla vena cava e sull’aorta. Soprattutto nel IIIº trimestre si verificano dei veri collassi, che si risolvono immediatamente ponendo la donna sul fianco sinistro. Ricordiamo che i valori normali della pressione in gravidanza sono 140 mm di mercurio per la massima (pressione sistolica) e 90 mm per la minima (pressione diastolica).

    L’aumento della pressione venosa, nelle persone predisposte, agisce soprattutto sulle gambe e sul retto, determinando edemi, varici e dilatazione delle vene emorroidarie.

    L’apparato digerente è il sistema che risente maggiormente dell’azione degli ormoni e della crescita dell’utero. Frequente è l’aumento della sete e dell’appetito, tranne nei casi di iperemesi gravidica; spesso insorge una sorta di predilezione o avversione per alcuni cibi e odori. Le gengive facilmente sanguinano e si formano piccole escrescenze (epulidi) che regrediscono spontaneamente dopo il parto. Vi è un aumento della salivazione in parte reale, in parte dovuta alla mancata deglutizione della saliva per la nausea. Inoltre, il notevole rallentamento del transito intestinale comporta una digestione più lenta e l’insorgenza o l’accentuazione della stipsi.

    Anche il sistema nervoso centrale  subisce un’azione negativa: nel primo trimestre sono più frequenti l’ansia e la depressione, con una sorta di ambivalenza affettiva (amore/rifiuto) nei confronti del bambino. Questi sentimenti si attenuano nel periodo centrale della gravidanza, per poi ricomparire alla fine per le paure legate al parto e alla verifica dello stato di salute del proprio figlio.