• Sintomi del Post Partum

    Date: 2013.05.13 | Category: Diagnostica | Tags:

    Dare alla luce un figlio è senza dubbio una delle gioie più grandi per una donna, eppure in molti casi, nei primi giorni dopo il parto, la neomamma prova una profonda tristezza e scoppia a piangere all’improvviso, senza ragioni specifiche. Se il problema è tollerabile e si risolve nell’arco di circa una settimana, come quasi sempre avviene, non c’è nulla di cui preoccuparsi: si tratta del “maternity blues”, una reazione dell’organismo femminile determinata dal forte stress psicofisico associato al parto e dallo stravolgimento ormonale che esso comporta.
    A volte però le cose non sono così semplici e, anche se la donna nelle prime settimane di maternità si sente perfettamente in forma, dopo un periodo di tempo variabile da un mese a un anno dal parto può andare incontro a una vera e propria sindrome depressiva. Di solito, ciò si verifica in donne che già hanno sperimentato uno o più episodi di depressione unipolare in precedenza o che sono geneticamente predisposte a soffrirne senza saperlo. In Italia, sono interessate da questo disturbo circa 10-15 donne su cento.
    La depressione nel post-partum, anche se si manifesta in forma lieve o moderata, non deve mai essere trascurata perché, oltre a creare un serio disagio psicofisico alla mamma, può interferire anche con le possibilità di accudimento del bambino. Se ci si accorge di essere particolarmente giù di tono, di sentirsi angosciate o non all’altezza del proprio ruolo di madre, di ritrovarsi a piangere spesso senza motivo, dormire male, mangiare troppo o troppo poco e avere costantemente pensieri negativi è importante segnalare il problema al medico di fiducia.

    Fattori che possono aumentare il rischio di depressione nel post-partum

    • Aver sofferto di disturbi psichici in precedenza
    • Presenza di caratteristiche della personalità, predisponenti alla depressione
    • Comparsa di disturbi psichici durante la gravidanza
    • Insorgenza di maternity blues in occasione di gravidanze precedenti
    • Soffrire di sindrome premestruale intensa
    • Intraprendere la gravidanza in giovane età

    Avvertenze
    Se una donna soffre di disturbi depressivi non deve rinunciare alla gravidanza, ma deve essere consapevole che il periodo successivo potrà essere particolarmente critico. Per prevenire disagi eccessivi, dovrà segnalare la sua intenzione di avere un figlio, oltre che al medico e al ginecologo, anche allo psichiatra che la segue per il disturbo depressivo di base e programmare con lui una terapia profilattica indirizzata a minimizzare la probabilità che la depressione nel post-partum si instauri in modo troppo severo. Ciò comporterà la necessità di assumere farmaci antidepressivi subito dopo la nascita del bambino e, quindi, la rinuncia ad allattare al seno.

    Sintomi e Diagnosi
    I sintomi della depressione nel post-partum sono sostanzialmente gli stessi della depressione unipolare poiché si tratta a tutti gli effetti della medesima patologia, con l’unica particolarità che in questo caso è la nascita del bambino ad agire da evento scatenante.

    • Umore depresso per gran parte della giornata, non motivato da ragioni specifiche gravi.
    • Significativo calo di interesse nelle attività abituali e incapacità di trarre piacere da circostanze o situazioni di norma stimolanti e gradevoli.
    • Diminuzione o aumento significativi dell’appetito, spesso associati a notevole perdita o aumento di peso (oltre 5 kg), non giustificati da diete o patologie specifiche.
    • Difficoltà ad addormentarsi o a dormire un numero sufficiente di ore (risvegli ripetuti durante la notte o all’alba) o, al contrario, aumento del bisogno di dormire, anche durante il giorno.
    • Sensazione di agitazione e ansia o, al contrario, rallentamento dei movimenti e dei riflessi.
    • Facile affaticabilità e/o mancanza di energia non giustificata.
    • Calo dell’autostima e della fiducia nelle proprie capacità; senso di colpa persistente e immotivato.
    • Diminuzione delle capacità di concentrazione e dell’efficienza intellettiva (nello studio, sul lavoro ecc.); difficoltà a prendere decisioni che di norma non comportano problemi.
    • Calo del desiderio sessuale.
    • Irritabilità o frustrazione.
    • Pensieri di morte ricorrenti, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio.
    • Pianto immotivato, una o più volte al giorno.
    • Problemi fisici privi di cause riconoscibili e che, spesso, non rispondono alle terapie di norma utilizzate per contrastarli (dolore articolare, mal di testa, crampi addominali, disturbi digestivi, vertigini ecc.).

    Per poter affermare di essere di fronte a una depressione nel post-partum, i sintomi citati devono comparire a distanza di 1-12 mesi dalla nascita del bambino, essere di intensità tale da interferire con le attività quotidiane e non essere legati ad altri fattori esterni (per esempio, un lutto o altro evento traumatico recente, assunzione di droghe o farmaci) o patologie specifiche.

    Trattamento
    Il trattamento della depressione nel post-partum si basa principalmente su interventi di tipo farmacologico analoghi a quelli utilizzati in caso di depressione unipolare, affiancati da strategie di supporto indirizzate a migliorare la qualità di vita della donna e metterla nelle condizioni ottimali per superare il periodo critico.

    Terapia farmacologica
    I farmaci più utili contro la depressione nel post-partum sono gli antidepressivi, ormai disponibili in numerose formulazioni e varianti di dosaggio che il medico può scegliere in relazione alla tipologia e alla gravità del disturbo presente e alle caratteristiche del paziente. I farmaci antidepressivi sono rimedi affidabili ed efficaci nella stragrande maggioranza delle pazienti. Tuttavia, dal momento che la risposta alle diverse molecole può variare molto da persona a persona potrà essere necessario provare due o tre farmaci differenti prima di riuscire a individuare l’antidepressivo più adatto nel singolo caso.  Per poter stabilire se il farmaco antidepressivo scelto è efficace bisogna assumerlo per almeno 2-3 settimane perché l’effetto terapeutico diventa evidente soltanto dopo un certo tempo di assunzione regolare, ai dosaggi indicati dal medico.
    Le principali classi di antidepressivi attualmente in uso comprendono composti di nuova generazione, come gli inibitori del riassorbimento della serotonina (SSRI) e della noradrenalina (SNRI) e gli inibitori del riassorbimento della noradrenalina e della dopamina (NDRI), e altri in commercio da più tempo, come gli antagonisti/inibitori del riassorbimento della serotonina (SARI) e altri antidepressivi atipici, i triciclici (TCA) e gli inibitori delle monoamino ossidasi (I-MAO). Rispetto a TCA e I-MAO, gli antidepressivi di nuova generazione sono caratterizzati da una maggiore maneggevolezza d’uso, minori controindicazioni ed effetti collaterali più lievi o assenti.

    Strategie di supporto
    Il marito e i familiari in genere possono fare molto per aiutare la neomamma affetta da depressione nel post-partum a superare il periodo critico.  In primo luogo, dal momento che il sonno ha un’influenza notevole sul tono dell’umore, si dovrà organizzare l’accudimento del bambino in modo che la mamma possa dormire tranquilla per almeno 6-8 ore ogni notte. Quindi, dovranno essere il marito o una persona di supporto ad alzarsi per dare da mangiare al bambino o calmarlo se piange durante la notte.   Anche di giorno, poi, la mamma andrà aiutata, cercando di alleviarle il carico di lavoro e lo stress associato alla cura del bambino o alla gestione della casa ed evitando di farla stancare eccessivamente. Un altro aspetto importante è mantenere un atteggiamento sereno e non farle pesare gli effetti che la sua condizione può avere sul menage familiare.
    Per quanto possa sembrare strano, almeno in una prima fase, la donna con depressione nel post-partum (come tutti i pazienti depressi) non deve essere stimolata a dedicarsi ad attività generalmente ritenute piacevoli, come per esempio passeggiare, fare shopping o andare al cinema. Finché l’effetto dei farmaci antidepressivi non si è consolidato e l’umore non migliora, la persona depressa non è in grado di reagire in modo positivo alle sollecitazioni: spronandola a impegnarsi in una qualsiasi attività, non si fa altro che peggiorare la situazione, facendola sentire ancora più inadeguata.
    A scopo preventivo e, insieme ai farmaci, durante l’episodio depressivo, per la mamma può essere utile avvalersi di un supporto psicologico o partecipare a gruppi di auto-aiuto in cui donne affette da depressione nel post-partum o a rischio di svilupparla mettono a confronto le proprie esperienze.

    Fonti